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Il social marketing del Gatto e la Volpe


Ripropongo un articolo che non si trova più nella testata on line per cui lo scrissi qualche anno fa.
Come il grande classico a cui si ispira ... è ancora valido!

"Collodi in persona cercò di convincere due dei suoi fantastici personaggi a parlare della loro visione della moderna attività di social media marketing. Non era invidiabile il compito di spiegare loro ciò che si intende per quel genere di attività, e soprattutto farlo senza suscitare in loro diffidenza e riottosità: i due erano il Gatto e la Volpe!

Dopo aver ben compreso l'argomento (da Collodi un giorno mi farò spiegare come ha fatto) i due mi si avvicinarono affabilmente. Il primo a prendere la parola fu la Volpe: “Ti vedo in difficoltà” mi disse mentre il Gatto mi prendeva sotto braccio. “Camminiamo un po' insieme”. 

“Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi!”.

“Ecco questo è un deja vu” pensai “Queste parole è come se le avessi già sentite...”.

Il Gatto, silenzioso fino a quel momento, mi sussurrò qualcosa dall'altra parte: “Vedi, quando si presenta una buona occasione bisogna coglierla al volo, senza pensarci troppo sopra, altrimenti la prenderà prima il tuo concorrente avvantaggiandosene a tuo discapito!” 

“Beh, sì...” balbettai.

“Oggi tutto dipende dai social network e bisogna sapersi districare in questo campo particolare” E la Volpe di rimando: “Sì perché si tratta di una vera miniera d'oro; un campo miracoloso!”.
“E tu non devi perdere questa occasione” mi incalzò subito il Gatto facendomi rendere conto di trovarmi a girare la testa di qua e di là come se fossi sulle gradinate di un campo da tennis.

“Ma bisogna fare presto! Non c'è tempo da perdere. Gli altri si stanno già attrezzando, non vorrai mica essere l'ultimo! Volpe, diglielo tu...”.
“Certo! Ma noi sappiamo come recuperare il tempo perduto...”.

Eravamo intanto giunti in una specie di taverna con internet point. Appena seduti il Gatto, guardandosi intorno, riprese: “Prima di tutto devi avere un sacco di seguaci, followers, amici, mi piace, chiamali come vuoi! Devi accaparrartene quanti più possibile, ma devi fare presto!”.

“Ma come faccio?” dissi io un po' confuso e travolto da questa urgenza. “Dovrei fare un piccolo piano di marketing...”.

“Nooo, sono cose superate! Siamo nell'era del web 2.0: la tua platea è il mondo! Non sprecare monete nelle analisi, basta che i seguaci siano tanti! Vero Gatto?” “Certo! E oltretutto questo farà morire d'invidia i tuoi concorrenti! Ti immagini le loro facce?”. 

La Volpe aveva già aperto tre pagine web e avviato procedure e iscrizioni. “Vedi? Basta solo una moneta!”.

Guardai quasi ammaliato mentre scaricava delle bellissime foto e copiava dei testi da varie pagine, anche quelle a me sconosciute. “Voilà! Adesso devi solo aspettare...”. 

Il Gatto a quel punto, quasi strappandogli dalle mani mouse e tastiera, cominciò a pubblicare istericamente offerte “specialissime” e come se questo non bastasse programmò post, tweet e pin identici per un mese intero”. Non sapevo se cedere all'ammirazione per tanta maestria o dare ascolto a quell'istinto lontano che mi dava un principio di epidermica riluttanza.

La mia indecisione fu seppellita da un rassicurante “Di noi ti puoi fidare!” e da un'altra ondata di clic che sembravano parte di una procedura ben precisa, quasi scientifica e per questo in qualche modo rassicurante.

Intervenni spinto dall'entusiasmo indotto dal vedere tanto movimento “Vediamo cosa preferiscono i followers!”.

“Non ti preoccupare, adesso non c'è tempo per i followers. Ora, dopo aver fatto un po' di recensioni qua e là, puoi tranquillamente aspettare che arrivino; anzi compriamone un po' con una moneta e poi potrai pensare solo alle tue cose per un mese! Tutto sarà automatico...”. La Volpe fu interrotta dal Gatto che guardandomi con quelle pupille giallognole mi ipnotizzò “Vedi com'è facile e rapido? A Te non resta che stare alla cassa. A noi devi solo tre monete”. 

Mi sentii quasi obbligato ad un “Grazie” che pronunciai con tremolante incertezza.

Il crescente senso di insofferenza misto ad una opprimente impotenza mi fece aprire gli occhi di colpo.

Sul comodino c'erano 5 monete, ancora.

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