Al di là delle condivisioni di post e storie sui social, che fanno senz'altro molto clamore (quasi un rumore di fondo nell'analisi), con chiarezza sempre maggiore si evidenzia che l'appeal della proposta turistica, la concreta motivazione al viaggio, viene dalle
implicazioni esperienziali, quelle che si possono sperimentare sulla propria pelle, che lasciano un’emozione, un insegnamento, un ricordo indelebile e profondo. Sempre meno la motivazione è condizionata dalla necessità di fare la bella foto da postare e condividere.
Un segnale importante di maturità delle scelte che Expedia ha analizzato nel dettaglio delle motivazioni primarie nella definizione di un viaggio: le attività che si svolgeranno, le esperienze irripetibili da fare almeno una volta e le esperienze culturali.
Si conferma quindi il primato del turismo di motivazione rispetto a quello di destinazione.
A conferma di quanto sia profonda l'attenzione all'esperienza, Booking.com rileva che il 60% dei viaggiatori dà alle esperienze un valore molto più alto di qualsiasi acquisto materiale.
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