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Realtà virtuale nel turismo.



Se ne parla molto e, diciamo la verità, spesso in modo un po' distante dalla concreta realtà di chi opera concretamente nel turismo.

E' chiaro ormai che l'uso delle nuove tecnologie può dare un contributo importante al mondo del turismo, dal marketing alla 
fruizione, fino addirittura al "post evento".

Concentrandoci sugli aspetti legati alla promozione turistica si può senz'altro dare per assodato, con dati alla mano, che la realtà virtuale vi incide efficacemente. Questo sostanzialmente perché, oltre all'attrattiva della novità tecnologica in se, gli strumenti di realtà virtuale oggi disponibili consentono di offrire al potenziale turista un'efficace anticipazione dell'esperienza che gli viene proposta.

Questa prospettiva quindi, quella dell'anticipazione coinvolgente dell'esperienza che si propone,  dovrebbe essere quella da assumere quando si decide di realizzare e utilizzare un prodotto di realtà virtuale sul web, sui social e nel mondo digitale in generale.

Detto ancora più esplicitamente si dovrebbe fare attenzione a non cadere in esercizi di esibizione autoreferenziale che puntano a dimostrare quanto è grande, quanto è bella, quanto è.... la mia attività.

Al contrario, come sempre quando si vuole operare (a ragione) in termini di user experience, anche in questo caso è bene domandarsi: qual'è il punto di vista del mio potenziale cliente? Cosa vorrebbe sapere e quasi toccare con mano LUI della struttura, del sevizio che sto per proporgli? Quale esigenza palese o nascosta muove il suo interesse e in che modo posso anticipare la soddisfazione che la mia proposta potrà dargli e quindi che ora, con la Realtà Virtuale, posso fargli pregustare?

Queste domande, che normalmente un operatore si pone e che maggiormente si dovrebbe porre nella promozione della propria attività, dovrebbero essere ancora più incidenti nell'approccio all'uso di strumenti così potenti come quelli di Virtual Raeality. 

Questo perché gli strumenti comunicativi, ed in particolare quelli digitali, sono dei veri e amplificatori di segnale; quindi, quando il segnale è ben calibrato e strutturato si ottiene e un recepimento positivo, al contrario non solo ci può essere un messaggio vano ma addirittura controproducente. E non sempre, sia nel primo e nel secondo caso, il feedback è noto a chi ha lanciato il messaggio…  
Ma questa è un’altra storia.